L’Aquila

Basilica di San Giuseppe Artigiano

La Basilica di San Giuseppe Artigiano (precedentemente denominata San Biagio ad Amiternum) si trova nella parte più antica del capoluogo abruzzese. La struttura, collegata nel corpo centrale all’Oratorio di San Giuseppe dei Minimi, si trova a poca distanza dal Duomo dell’Aquila.
Dopo un lungo periodo di decadenza e di abbandono la Basilica fu utilizzata come dormitorio dai soldati durante la Prima Guerra Mondiale, mentre nella seconda metà del Novecento divenne addirittura sede (laica) di mostre e mercati.
Al suo interno la Chiesa custodisce un monumento simbolo per la città de L’Aquila, miracolosamente risparmiato dalla furia dell’ultimo terremoto: si tratta della stele funeraria, in stile gotico, di Lalle (Ludovico) Camponeschi, che nel XV secolo spinse la comunità civile e religiosa a ricostruire la città devastata dal sisma e per questa ragione è considerato uno dei suoi fondatori.

Piazza Duomo

Posta al centro della città, è storicamente il luogo di incontro degli aquilani. Di forma rettangolare, la piazza è lunga 140 metri. Dal 1300 fino all’aprile del 2009 (data del terremoto) è stata sede del mercato giornaliero ed è ancora oggi sede di numerosi eventi, mercati e occasioni di incontro. Sulla piazza affaccia due importanti chiese cittadine e due fontane gemelle: la Cattedrale dei santi Massimo e Giorgio (Duomo) e la Chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta Chiesa delle Anime Sante), La Fontana vecchia.
Il Duomo fu distrutto completamente nel terremoto del 1703 è stata ricostruita nel 1800 da Giovambattista Benedetti. Oggi è chiusa e inagibile a causa del terremoto del 2009.
La Chiesa delle Anime Sante fu distrutta completamente dal terremoto del 1703 provocando numerosi morti. Gravemente danneggiata dal sisma del 2009 con il crollo della cupola, è stata restaurata.
La coppia di Fontane vecchie immortalate nella maggiorate delle foto e delle cartoline dell’Aquila, sono poste all’estremità sui due lati corti della piazza. La vasche in travertino sono originarie del 1300 e avevano la funzione di dare acqua al mercato. Negli anni trenta del 1900 lo scultore Nicola D’Antino ha arricchito le vasche con due figure maschili realizzate in bronzo. Insieme alla Fontana Luminosa, le tre opere di D’Antino conferiscono alla città un vena in stile liberty.
Sul perimetro della piazza affacciano numerosi caffè, ristoranti e gelaterie che sono molto frequentati sia di giorni sia di sera. In piazza Duomo è situato anche l’Infopoint per le informazioni turistiche.

Basilica di Santa Maria di Collemaggio

La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è uno dei simboli della città dell’Aquila,  caratterizzata dal doppio colore bianco e rosa del marmo di Genzano di Sassa, il maestoso rosone centrale con due rosoni più piccoli laterali, la Basilica presenta la classica struttura squadrata delle chiese aquilane. La meravigliosa facciata è entrata nella storia anche nel 2009 quando rimase indenne al terremoto, nonostante l’interno fosse gravemente danneggiato con il disastroso crollo del transetto e dell’abside.
La Basilica si trova nel punto di arrivo e partenza del Tratturo Magno tra L’Aquila e Foggia, che nei secoli è stato percorso da migliaia di greggi che faceva la transumanza.
Sul lato sinistra della chiesa è posta la nota Porta Santa che viene aperta una volta l’anno in occasione della Perdonanza Celestiniana, nella sera del 28 agosto e chiusa ventiquattro ore dopo la sera del 29. Per i credenti l’attraversamento della Porta Santa conferisce l’Indulgenza Plenaria e la remissione dei peccati.
All’interno della Basilica sono presenti affreschi del trecento e quattrocento. Al lato dell’altare è presente un prezioso tempietto in marmo ricco di decorazioni che custodisce le spoglie del papa Celestino V.
Il pavimento della Basilica bianco e rosa a giochi geometrici variabili incantano i visitatori e tratteggiano la maestosità dell’edificio di culto.

Fontana delle 99 Cannelle

La Fontana delle 99 Cannelle è il monumento più noto della città dell’Aquila. Realizzato nel 1274 dall’architetto Tancredi da Pentima, è stato il primo monumento a essere restaurato dopo il sisma. La fontana, in origine, era il luogo deputato a lavatoio pubblico.  La visita a questo monumento è imperdibile per il turista che vuol ammirare le meraviglie dell’Aquila.
Il nome gli deriva  dal numero dei getti d’acqua che partono da mascheroni lapidei,  tutti diversi tra loro, e da semplici cannelle. 93 cannelle sono composte da decorazioni con maschere, fiori e rosoni, simbolo del ciclo della vita. 6 cannelle semplici rappresentano le piaghe di Cristo. Il 99  è un numero simbolico e misterioso nella cultura aquilana.
Pratica diffusa di tutti i visitatori è quella di contare le cannelle. La lapide trecentesca posizionata al centro dell’impianto, sopra alla fontana testimonia come l’inizio dei lavori di costruzione risalga al 1272, sebbene l’opera sia stata completata in diversi periodi storici. La pianta della piazza su cui si sviluppa la fontana è quella originale trapezoidale, come originali sono la maggior parte dei mascheroni e le due vasche che raccolgono l’acqua. Il rivestimento con la caratteristica composizione a scacchiera in pietra bianca e rosa risale al 1400.

Forte spagnolo

Il Forte spagnolo, progettato da Pirro Luis Escriba da Valencia architetto militare spagnolo, è stato edificato sul punto più alto della città nel 1534. È uno dei luoghi più fotografati della città, con lo sfondo del Gran Sasso alle sue spalle.  Il Forte è il simbolo della dominazione spagnola sulla città, per la cui costruzione furono imposte tasse altissime che dilapidarono gli aquilani.
Il Forte ha una pianta quadrata, con quattro massicci bastioni agli angoli, con schema a punta di lancia, collegati al tratto di cinta muraria e uniti alle torri tramite singolari doppi lobi.
La fortificazione è cinta da un fossato che non veniva allagato e, originariamente, era sormontato da un tavolato in legno, che parzialmente si ritraeva. Il tavolato fu distrutto nel 1883 e rimpiazzato dal ponte in pietra, perfettamente conservato. Sebbene fosse nato con funzioni difensive, il Forte non fu mai testimone di battaglie, ma sempre usato come caserma.
L’ingresso che è contraddistinto dal pregiato portale in pietra, costruito dallo scultore aquilano Pietro di Stefano, è sormontato dal prezioso coronamento che porta il blasone con l’aquila bicipite appartenente a Carlo V. Nel XVII secolo furono costruiti una serie di edifici per la guarnigione.
Fino al terremoto il Forte ospitava la sede del Museo Nazionale d’Abruzzo  e al suo interno era custodito lo scheletro di un Mammuthus Meridionalis, il simbolo del Museo.

Riserva Naturale del Vetoio

Dove il fiume Vetoio forma un piccolo lago, si trova una riserva dove nidifica l’airone cenerino. Sul lago si erge la vecchia Cartiera, oggi dismessa e adibita a luogo per eventi e cerimonie. Nei pressi del fiume si trova la Chiesetta della Madonna della Neve, la cui facciata risale al Medioevo, ma il resto dell’impianto è barocco. Danneggiata nel 2009, deve essere ancora ristrutturata.